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Appello al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano

15 March 2011

 

Signor Presidente,

 

ci rivolgiamo a Lei in quanto massimo rappresentante istituzionale del nostro Paese per cercare un sostegno riguardo alla situazione in cui versa il mondo della cultura in Italia.

Siamo i lavoratori del mondo della musica e siamo presenti nelle associazioni musicali, negli ensemble, nei festival e in tutto il mondo dello spettacolo, in tutto il meccanismo che permette alle arti rappresentate di svilupparsi e di offrire un servizio culturale che tante volte ci viene invidiato.

Facciamo questo lavoro perché crediamo nella cultura e perché la cultura è fatta dalle persone per le persone.
Ci sentiamo oggi senza futuro e non possiamo fare progetti.
Lavoriamo tutti i giorni, spesso senza orari o festività e nella precarietà più assoluta.
Per noi non esistono garanzie o ammortizzatori sociali.
Non "sprechiamo", non siamo "fannulloni" e non "rubiamo lo stipendio".
Siamo presenti in tutte le fasi della formazione degli artisti e del pubblico. Siamo presenti quando l’immagine dell'Italia va all’estero.
Ci rendiamo conto che il modello culturale che da tempo impera in Italia non ci rappresenta più, non rappresenta la maggior parte di noi, impegnati nel mondo dello spettacolo, donne, uomini, giovani e meno giovani.
Durante le mobilitazioni degli scorsi mesi abbiamo cercato insieme, tra di noi, di porre al centro della discussione del Paese il tema del sapere e della cultura.
Oggi in Italia il sapere, il bene comune e la cultura vengono continuamente mortificati.
Ogni giorno assistiamo allo scempio di tagli e di annullamenti di finanziamenti per questo settore.
Ci sfuggono le ragioni di una simile volontà punitiva.
Il Paese si è accorto di quello che sta succedendo?

La preghiamo Presidente di ascoltare la nostra voce e di valutare attentamente i fatti degli ultimi giorni, nessuno ci ascolta e confidiamo in Lei per avere risposte, per il nostro presente e per quello che non potremo più dare ai nostri figli.
Spesso per celebrare eventi di rilevante importanza si scelgono grandi momenti musicali, il cui allestimento richiede un lavoro comune di tante e diverse competenze artistiche, artigianali, professionali.
Si comprende che, con i tagli annunciati, purtroppo confermati di recente e perfino aggravati, questi spettacoli presto non andranno più in scena?

Data la drammaticità della situazione, auspichiamo fortemente che in questa occasione Lei possa far sentire la Sua voce e continuare ad esprimere la Sua solidarietà agli addetti ai lavori e agli artisti, sollecitando il Governo ad intervenire attraverso politiche culturali di diverso segno, a partire dal reintegro del FUS o trovando adeguate compensazioni.

Siamo certi che Lei comprenderà il nostro stato d’animo, le nostre preoccupazioni e la nostra delusione di vita; confidiamo in Lei, in quanto esemplare uomo di Stato e sostenitore dell’arte e della cultura.

La ringraziamo moltissimo per la Sua attenzione.