Tagli insostenibili alla musica, l’AIAM si appella a UE e Napolitano
11 marzo 2011
AIAM - Associazione Italiana Attività Musicali
Comunicazione alla Stampa
L'ulteriore taglio o congelamento dei 27milioni di euro al FUS è un'altra provocazione alla cultura e alla produzione culturale. Il successivo taglio di 50 milioni al MiBAC è un’aggravante imperdonabile.
L’AIAM (Associazione Italiana Attività Musicali), come altre sigle categoriali e di autori quali il MOvem09, denunciano il pericolo di una totale atrofia di tutte le attività di spettacolo in Italia.
Si è da mesi evidenziato, tramite conferenze stampa, comunicati e manifestazioni, che l’offerta musicale, (come pure tutto il mondo dello spettacolo) necessita di attenzione legislativa ed economica del governo al fine di partecipare alla vita sociale esprimendo il proprio potenziale creativo e culturale. Per tutta risposta il FUS è precipitato dai 471 milioni di euro del 2008 ai 258 del 2011, ora aggravato dalle penalizzazioni ulteriori, recentissime e impreviste, 258 milioni di euro sono una cifra irrisoria nell'ambito di una finanziaria, eppure ancora vengono considerati una spesa “troppo onerosa”, e ora vengono congelati altri 27 milioni di euro destinati al fondo e non si sa quanti dei successivi 50.
Ribadiamo la nostra fortissima condanna all'ottusità della strategia politica che sottende queste decisioni se non addirittura ad un preciso disegno destabilizzante.
CHIEDIAMO
- che venga sospesa l'applicazione del comma della finanziaria che prevede il congelamento dei 27 milioni, in considerazione della situazione di reale agonia in cui stanno versando tutte le attività dello spettacolo e i loro lavoratori a causa della mancanza di risorse.
- che venga subito nominato un nuovo Ministro ai Beni culturali, stante le perenne dimissioni in campo di Bondi, e che abbia l’autorevolezza necessaria a fronteggiare il danno sin qui intervenuto - come da Bondi stesso auspicato (sic!) ‐ e il dramma di migliaia di addetti e artisti che si troveranno a breve senza lavoro e senza alcun ammortizzatore sociale. Mannaia che colpirà principalmente centinaia di giovani, precari o con contratti atipici.
AVVERTIAMO ANCORA UNA VOLTA IL GOVERNO
di cambiare rotta prima che si inneschi un processo di non ritorno alla produttività che conseguenze devastanti per tutto il Paese, o prima che le difficoltà che stanno deprimendo economicamente e moralmente gli operatori del settore, (imprenditori e lavoratori di ogni ordine) non portino a dichiarare una paralisi ad oltranza di tutte le attività di spettacolo.
CI APPELLIAMO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
per significare il grande pericolo che l’Italia sta correndo nella cancellazione del suo habitat culturale.
CI RIVOLGIAMO AL PARLAMENTO EUROPEO
nelle sue varie componenti di competenze per dichiarare la mortificazione di talenti e cervelli che, al pari della ricerca e delle professionalità intellettive, l’Italia sta subendo in misura tale che nessuna crisi può ragionevolmente giustificare, con scelte e sperequazioni di comportamento rispetto a molti settori persino non produttivi.
L’attacco culturale in atto rappresenta un vulnus non solo per l’Italia ma per tutta l’immagine di una storia dell’Occidente e dell’Europa che ha fondato nei secoli le sue basi di apprezzamento e di priorità nel mondo proprio sulle sue capacità di farsi interprete della cultura e della scienza.
AIAM - Associazione Italiana Attività Musicali
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