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Opere

Roberto Doati
A Moholy, l'ultimo giorno del tram a tariffa ridotta
(1998)
musica elettroacustica per un film di Moholy-Nagy
per Elettronica

«La realtà del nostro secolo è la tecnologia... le macchine hanno preso il posto dello spiritualismo trascendentale del passato. Tutti sono uguali di fronte alla macchina... In tecnologia non esiste tradizione né coscienza di classe: tutti possono essere padroni, ma anche schiavi.» (Moholy-Nagy, 1922)

Metà scultura, metà macchina, il �"Lichtrequisit�" (la scultura che viene ripresa nel film) è fatto di metallo cromato, vetro, filo e barre metalliche. Moholy-Nagy si sforzò sempre di interpretare lo spazio nel suo rapporto con il tempo. Così i movimenti cui sottopone la scultura, in prevalenza lenti e rotatori, siano essi reali o virtuali, sono sempre realizzati con la coscienza che loschermo cinematografico è piatto, bidimensionale come una pittura, una fotografia. Per creare movimenti virtuali spesso usa tecniche di �"elaborazione�" dell�'immagine: immagini in negativo, sovrapposizione di più riprese, illuminazioni dalle forme diverse, talvolta abbaglianti, che proiettano le ombre di parti della scultura su un fondo bianco.

L�'idea della musica che ho realizzato era di dare suono alla scultura. Ecco quindi perché:

¨      i materiali sonori di partenza sono stati determinati dai materiali di cui è costituita la scultura: metallo (una lastra di ferro strisciata o percossa, un suono sintetico tagliente come una sega d�'acciaio, un cestello di lavatrice), vetro (cocci strisciati);

¨      il tipo di trattamento deriva dalla tecnica luministica di Moholy-Nagy: filtraggio usando spesso parametri ricavati dagli spettri di fotogrammi del film;

¨      la forma dell�'opera rispecchia l�'avvicendarsi dei diversi eventi del film;

¨      ho cercato di rendere le tre dimensioni dello spazio acustico bidimensionali, di dare cioé la sensazione di movimento rotatorio più con il materiale sonoro che con ilmovimento vero e proprio, talvolta aiutandomi con la distribuzione spaziale, ma sempre con la sola stereofonia.

            La totalità della sua sperimentazione aveva portato nel 1931 Moholy-Nagy a progettare di sincronizzare i movimenti del �"Lichtrequisit�"con uno spartito musicale. Secondo quali principi lo possiamo immaginare ricordando cosa disse a un amico tracciandone i contorni del volto su un blocco di appunti: «Posso suonare il tuo profilo. Sono curioso di sapere come suonerà il tuo naso.» Uno dei suoi esperimenti filmici fu infatti l�'incisione su colonna sonora di lettere dell�'alfabeto. Per questa ragione le parole schwarz, weiss, grau che compaiono all�'inizio del film, come in una sorta di manifesto programmatico, sono accompagnate da rumore bianco filtrato con frequenze centrali e larghezze di banda che seguono i contorni delle lettere che le compongono.
(Roberto Doati )