Youtube Twitter Facebook
english stampa segnala segnala Skype
attività - sonora - 2002 - huddersfield

Huddersfield

30 novembre 2002

HUDDERSFIELD
 30 novembre 2002

 

Huddersfield Contemporary Music Festival
11.00 am: Recital Hall

A Portrait of Aldo Celementi


ICARUS/CANTUS ENSEMBLE

Giovanni Mareggini, flauto
Miriam Moretti, oboe
Mirco Ghirardini, clarinetto
IAndelko Krpan, violino
Nebojsa Floreani, viola
Augustin Mrsic, violoncello
Marco Pedrazzini, piano
Kumi Uchimoto, piano
Alessandro Carobbi, percussioni

Renato Rivolta, Direttore

Luca Francesconi (1956): Impulse II (1995)
for clarinet, violin and piano
Aldo Clementi (1925): Etwas (1997)
per flauto, oboe, clarinetto, violino, alto e violoncello
Ivan Fedele (1953): Mixtim (1989/90)
ritual music for seven performers

Aldo Clementi: Lamento (2001), per cinque strumenti
Nicola Sani (1961): Oltre il deserto spazio(1998/99)
per flauto, clarinetto,violino, violoncello e piano
Giovanni Verrando (1965): Il ruvido dettaglio celebrato da Aby Warburg (2002) ("The rough detail celebrated by Aby Warburg")
per flauto, oboe, violino, violoncello e piano
Franco Donatoni (1927-2000): Arpège (1986)
per sei strumenti

ore 17.00 St Paul's Hall

IVES ENSEMBLE

Barbara Hannigan, soprano

Aldo Clementi: Impromptu
Fabio Nieder: Sulla Ruota del giorno
Aldo Clementi: om dagen i mitt arbete
Magnus Robb: Sprosser
Aldo Clementi: Musette
Karel Goeyvaerts: Litanie 4
Aldo Clementi: …im Himmelreich

www.hcmf.co.uk

 

Nel cuore dello Yorkshire, il Festival di Musica contemporanea di Huddersfield ha festeggiato il suo venticinquesimo compleanno con un programma ricchissimo, che comprendeva 14 nuove commissioni e 32 prime mondiali, una galleria di ritratti dedicati a Per Nørgård, a Simon Bainbridge, a Gerald Barry, a Christian Wolff, e ad Aldo Clementi. I due concerti dell'Icarus/Cantus Ensemble (diretto da Renato Rivolta) e dell'Ives Ensemble (formazione olandese da tempo assai attiva nell'esecuzione di musiche di Clementi, alle quali ha dedicato anche un cd, pubblicato dalla Hat[now]ART), hanno rapito il pubblico di Huddersfield, offrendo un panorama della produzione recente di Clementi: un periodo contraddistinto dal ricorso a materiali diatonici e a frammenti di musiche del passato, inseriti in fitti ricami contrappuntistici, dove la continua alternanza di addensamenti e rarefazioni, i frequenti rallentando, lasciano affiorare una segreta, nostalgica cantabilità. E accentuano quell'effetto di vertigine all'ascolto, che il compositore catanese ha sempre ricercato nella sua musica, anche partendo da materiali molto scarni come le tre note tratte da un frammento di Anton Reicha sulle quali è costruita la trama contrappuntistica di Musette (1989). Ai quintetti per clarinetto e archi di Mozart e di Brahms è ispirato Impromptu (1989), il cui tema è invece costruito in modo astratto, attraverso un elementare procedimento a zig-zag, tessendo così un fitto ordito polifonico che slitta progressivamente verso il basso. L'uso simultaneo di processi di diminuendo e di rallentando conferiscono a Om Dagen i mitt arbete (1992) per due violini, violoncello, clarinetto, celesta e pianoforte, il fascino malinconico di un carillon che progressivamente si scarica, "sillabando" sempre più lentamente il tema di un canto popolare svedese ("Di giorno durante il mio lavoro"). Su un corale luterano, come in molti altri pezzi di Clementi, si basa ...Im Himmelreich, per 9 strumenti, composto nel 1993 proprio su commissione dell'Ives Ensemble. L'effetto di trance è dato da una densa pasta polifonica, dalla combinazione di tre canoni affidati a quattro coppie fisse di strumenti (violino-flauto, viola-oboe, violoncello-clarinetto, tromba-vibrafono), dall'uso di quattro diversi livelli mensurali, uno per ciascuna coppia strumentale, che determinano il prolungamento di molte voci, creando ampie zone di vuoto che alleggeriscono in più punti la densità del continuum polifonico. Il pezzo va ripetuto tre volte con un metronomo sempre più lento e con un timbro sempre più straniante, avvolto nell'alone quasi ieratico degli accordi ribattuti della celesta. Questo ritratto di Clementi era completato da due brevi pezzi dedicati a due amici compositori: Etwas (1997) per tre archi e tre fiati, ispirato a Etwas Ruhiger im Ausdruck di Donatoni, e lo struggente Lamento (2001), scritto in memoria di Francesco Pennisi.

(Gianluigi Mattietti)