16/12/2016 Solo Piano Vol. 1 Raccolta di composizioni per pianoforte di Sergio Sandrelli
16 Dicember 2020
Sarà presentato a Roma, venerdì 16 dicembre alle ore 11.00 presso il Museo Teatrale SIAE del Burcardo, il volume “Solo Piano Vol. 1”, raccolta di composizioni per pianoforte di Sergio Sandrelli, edito da VALDOM edizioni musicali e discografiche.
Il volume è stato fortemente voluto da Stefania Sandrelli per commemorare l’opera del fratello, musicista, compositore e poeta, scomparso nel 2013.
Alla presentazione del volume saranno presenti Stefania Sandrelli, il Maestro Alessandro Solbiati, compositore e docente al Conservatorio G. Verdi di Milano, e il direttore generale di SIAE, Gaetano Blandini.
Sergio Sandrelli nasce a Viareggio nel 1939; inizia a studiare pianoforte a Viareggio con il famoso maestro Guido Marotti, e prosegue gli studi al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, dove si diploma. Alla fine degli anni ’60 si trasferisce, con la famiglia, a Roma dove continuerà ad esprimersi come compositore, anche di colonne sonore, maestro e insegnate.
“Mio fratello era il gusto della musica, il gusto della parola, il gusto della conoscenza, la curiosità per le biografie dei musicisti che amava, per gli aneddoti, di cui ne conosceva tantissimi e molto divertenti – commenta Stefania Sandrelli. - In un piccolo documentario dei tanti che ha realizzato, si autodefiniva l’‘occhio vagabondo’, ma in modo ironico perché studiava sempre e ogni giorno affinava la sua straordinaria conoscenza.
Fin da piccolo aveva una naturalezza sorprendete a suonare con semplicità il pianoforte, la fisarmonica e l’organo.
Dicevano di lui che avesse un tocco prezioso, infatti, lo voleva tra i suoi allievi ad Arezzo nientemeno che Arturo Benedetti Michelangeli; anche Sergio era un perfezionista, fu Mamma che un po’ maldestramente glielo impedì ma era vedova e doveva a lavorare, non aveva tempo per riflettere e purtroppo neanche competenza. Io ero piccola e ricordo che Sergio insistette, ma per nostra madre che era sola erano già gravosi i sacrifici che affrontava per mandarlo al conservatorio Luigi Cherubini di Firenze che frequentava e dove si diplomò.
Mio fratello, l’ho sempre visto davanti a un pianoforte; suonava almeno sette ore al giorno, fino alla fine sei suoi giorni, splendidamente. Mi ha fatto vivere in un abbraccio sonoro talmente intenso da farmi amare, conoscere e sentire la musica nel profondo dell’anima”.