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Ensemble

- bio
Trio Solotarev
Mutta (1997)
di Jukka Tiensuu
© RIVOALTO

Strumenti: Ensemble

Germano Scurti bayan
Dario Flammini bayan
Walter Di Girolamo bayan

Il Trio Solotarev è una formazione cameristica assolutamente inedita: si tratta di un trio di fisarmoniche classiche (di un modello specifico di fisarmonica dal nome "bayan russo"). Lo scopo di questo organico è quello di proporre nel panorama concertistico classico-contemporaneo un prodotto musicale del tutto sconosciuto, ma dal contenuto innovativo ed originale. La sua specificità è costituita da un repertorio - caratterizzato da opere inedite nate dalla collaborazione con i compositori - che spazia dalle esperienze contemporanee della 'scuola russa' alle ultime ricerche della scuola compositiva nord-europea, che vogliamo sintetizzare e condensare attraverso tre elementi caratterizzanti: ritmo, potenza espressiva e ricerca timbrica; l'esplorazione di una ritmicità di tipo percussivo e primordiale, e la potenza espressiva di uno splendore lucido, duro e aspro. Si tratta di una musica che assume lo spirito della variazione continua, in cui il materiale sonoro è costretto a rivelare sempre nuovi aspetti della propria natura. Ciò dà luogo ad una struttura ricca di variazione timbrica e di sussulti ritmici, per arrivare al vorticoso intrecciarsi di piani sonori che conferiscono alla musica una specifica forza d'urto. Il risultato è una forma assolutamente in sintonia con il concetto di 'simmetria dinamica', contraddistinta da un senso di crescita incessante, di tensione e di spinta in avanti. Una musica che incarna da una parte l'idea vitalistica del modernismo, dall'altra - attraverso l'uso di brillanti impasti sonori, di armonie massicce basate su blocchi di accordi, condotti spesso per moto parallelo, che creano il rude effetto percussivo di un ritmo ostinato, ripetuto in maniera ossessiva, sino a fili di colore puro, che si muovono attorno ad una nota centrale - le suggestioni di un neo-primitivismo contemporaneo.Ovvero, quella ricerca "materica" capace di generare una tensione che deve essere gustata per il suo timbro, per la sua elasticità, per la sua energia; dunque quella sorta di eccitazione fisica - risultato della relazione tra la musica, l'idioma locale, cioè la terra, e la fisicità di quell’organismo vitale che è il corpo - che crea una suggestione di primitiva potenza. Il Trio Solotarev propone dunque una musica che persegue la "leggibilità" dell'opera d'arte: oltre il soggettivismo solipsistico tipico del romanticismo e l'autoreferenza formale tipica dell'inespressionismo contemporaneo, si caratterizza per un linguaggio che ha la tendenza ad incorporare elementi stilistici diversi, tenuti insieme dall'esuberanza di una dionisiaca energia vitale; un prodotto che racchiude in sé, appunto, oltre il "purismo" contemporaneo, le varie tendenze del Novecento: dalla politonalità all'atonalismo, dall'espressionismo al classicismo, dalla musica etnica al costruttivismo, dal lirismo al dinamismo puro, dal primitivismo all'intellettualismo. Certo, abbondano i passi elaborati, ma qui la musica "suona" o meglio "ri-suona" di effetti che danno corpo ad un non intellettualistico rapporto comunicativo, che mira a scuotere, a sollecitare reazioni vive e partecipate. Un prodotto dunque capace di inserirsi nel panorama concertistico attribuendo alla musica classico-contemporanea la sostanza di un luogo culturalmente e socialmente significativo.