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attività - workshop / convegni / concorsi - concorso 40 anni nel duemila - l'ape apatica

L'ape apatica

01-08 marzo 2002

Teatro Sociale di Rovigo
186ma Stagione Lirica
 1-3 marzo

Teatro Goldoni di Venezia
 7-8 marzo

ANIMALIE

Due scene musicali ispirate alle poesie e disegni di Toti Scialoja

L'ape apatica

Gioco concertante per danzatrice, voce bianca solista, coro di voci bianche, soprano, trombone, percussioni, elettronica ed immagini animate
musica di LUCIA RONCHETTI
Poesie e disegni di Toti Scialoja

Alice e il senso perso

Fiaba musicale per voce recitante, voce bianca solista, 4 voci bianche, ensemble, suoni elettronici ed elaborazione video
musica di LAURA BIANCHINI
Poesie di Toti Scialoja
testi liberamente tratti da "Alice allo specchio" di Lewis Carrol

Interpreti
Letizia PIVA voce recitante
Paola MATARRESE soprano
Helene FRANCK, Clara PANIN voci bianche soliste
Vincenzo MONTEMITRO trombone
Nunzio DI CORATO percussioni
ENSEMBLE E CORO del Conservatorio di Musica "F. Venezze" di Rovigo
Luca PACCAGNELLA direzione musicale
Marina MALAVASI direttore del coro
Thierry PARMENTIER regia, scene e costumi
Roberto CAROTENUTO scenografia video
Laura BIANCHINI, Maurizio GIRI, Lucia RONCHETTI live electronics
Carlo VOLPE regia del suono

Coproduzione del Teatro Sociale di Rovigo,
del Conservatorio di Musica "Francesco Venezze" di Rovigo
della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia,
della Federazione Cemat di Roma,
del CRM Centro Ricerche Musicali di Roma
in collaborazione con la Fondazione Toti Scialoja
 

Presentazione

"Nomenclatore furibondo, che dall'ape alla zanzara, accanto ai topi, cani, gatti quotidiani, esibisce rari esemplari di condor, pantere, puma, salamandre; nottole, smerghi, assioli, gattopardi; ibis, tapiri, aspidi e caimani, senza dimenticare il brulicante universo dei reietti vermi, bachi, bruchi, tafani, mosche, moscerini, tarli, tarme, scarafaggi, millepiedi, tarantole, cimici e pulci, impugnando la frusta del suo pennello, Toti Scialoja tiene a bada uno zoo di oltre cento animali di carta. Direttore di un cirque imaginaire fondato sui più arditi e spericolati equilibrismi linguistici, ribadisce la sua vocazione teatrale evocando l'universo circense in tavole dove si esibiscono mantidi che battono il tamburo, lepri che suonano l'arpa, talpe che danzano il tango, incalzate da zanzare che saltano su una zampa sola, gatti che fanno la verticale, libellule sui trampoli, oche in tandem, trichechi in triciclo…".
Animalie è la "messa in scena" del fantastico bestiario creato da Toti Scialoja per i bambini.
"Messa in scena" della parola, carica di rimandi, gravida di significato, che esplode progressivamente nello spazio visivo e sonoro. Attraverso la lettura del bambino, gioco analitico ed interrogatorio, la compiutezza formale di ogni filastrocca svela il suo potenziale pantomimico, dipanandosi in immagini, percorsi e passaggi. Passando sulla scena, gli strampalati animali protagonisti di questa Opera-caleidoscopio, "allegramente incuranti di ogni legge di gravità" , lasciano intravvedere, attraverso rapidissimi frammenti drammaturgici, il "bosco incantato" e potenziale della fabula scialojana. La ranocchia che sgranocchia, la farfalla che farfuglia, la libellula zitella, la cicala rauca, la vanessa vanesia, l'ape apatica sono solo alcuni dei personaggi che i bambini in scena interpretano, giocando con le improvvise apparizioni."Animali del sogno" di Hillman, nell'analizzare le apparizioni degli animali nei sogni, propone il compito per l'uomo di una sorta di ricostruzione simbolica dell'Arca, dentro e fuori di sé. Il divertissement scialojano può essere allora letto quale continua ricerca e collezione dell'archetipo, secondo immagini giocose - esemplari il trickster ed il puer aeternus di Jung - che si ripropongono nelle diverse culture con apparizioni inaspettate. "Colti nell'irripetibile attimo di un balzo, di una piroetta, di un abbraccio, di un ondeggiante sollevarsi di vesti, questi animali si materializzano all'improvviso come il Gatto del Cheshire di Alice (…)" ed è proprio Alice, l'ideale ed idealizzato bambino, esploratore della selva incantata di segni ed assonanze, che guida e forma il progressivo svelarsi dei sottili enigmi nonsensici, ritrovando il nesso ed i perché del "senso perso". "Le parole sono fatte di elementi più piccoli, le sillabe, le sequenze foniche elementari in cui un suono consonantico si appoggia ad una vocale, e intanto, da quell'ancoraggio, sbircia malizioso ed accattivante in ogni altra direzione. Ne viene una girandola di significati imprevedibili, incontrollabili, che spuntano come funghi, che occhieggiano da ogni dove. Tutto consuona con tutto, in una selva aperta di richiami, in una sorta di gigantesco cruciverba acustico". L'enigma consente il passaggio da stati di disordine a stati di ordine, dalla perdita del senso linguistico alla conquista del senso musicale. Uno degli aspetti progettuali più importanti di Animalie è la creazione di uno "spazio scenico virtuale", realizzato attraverso la localizzazione, il movimento dei suoni nello spazio e la diversificazione dei piani sonori: arena di ascolti spettacolari e di voci ex-machina, dove i bambini protagonisti possano giocare con il disvelamento. "Molte ombre, molti strati di insondabili trasparenze si addensano fin dall'inizio sulle macchinazioni metrico-metaforiche di Scialoja, comprese le più vistosamente e, a prima vista, incorruttibilmente innocenti. E proprio quest'ultimo è, credo, il punto sul quale non si insisterà mai abbastanza se si vuol ricavare da questi micro-capolavori di leggerezza, di giocosità di 'incoscienza' tutto il potenziale di realtà, di gravità e, potremmo dire, di dolore che essi producono o più probabilmente attraggono nel proprio campo magnetico, sulla superficie nera e infinitamente animabile creata dal misterioso accostamento di colori puri, di cellule sonore estratte 'a caso' dal gran cappello magico delle assonanze, degli anagrammi, delle sillabe ad incastro, delle vocali e consonanti maliziosamente o follemente rubate o sostituite". L'opera predilige, dunque, la logica della trasformazione; tutti i piani semantici interagiscono, si fondono e talvolta si confondono, come accade nella narrazione fantastica. Si tratta di una vera e propria fiaba musicale il cui motivo principale è la metamorfosi.
(Laura Bianchini e Lucia Ronchetti)

www.comune.rovigo.it/teatrosociale
 

IMMAGINI

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