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attività - sonora - 2005 - zagabria

Zagabria

22-24 aprile 2005

ZAGABRIA
22-24 aprile 2005

 

Biennale di Zagabria

 

In collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, Biennale di Zagabria

22 aprile ore 22
Vatroslav Lisinski Concert Hall 
Small Hall 

Omaggio a Giacinto Scelsi

Quartetto d'archi di Torino
Giacomo AGAZZINI violino
Umberto FANTINI violino
Andrea REPETTO viola
Manuel ZIGANTE violoncello

Il concerto presenta l'integrale dei quartetti di Scelsi

Giacinto Scelsi
Quartetto n. 1 (1944) 32'
Quartetto n. 4 (1964) 10'
Quartetto n. 2 (1961) 18'
Quartetto n. 5 (1984/85) 6'30"
Quartetto n. 3 (1963) 19'


Nel 1988 quattro musicisti si incontrano nelle aule del Conservatorio di Torino per accompagnare un amico di studi a sostenere l'esame di quartetto; l'intesa artistica che immediatamente si stabilisce li porta a frequentare insieme stage e seminari fin quando, a Fiesole, vengono definitivamente 'battezzati' con il nome di Quartetto d'Archi di Torino. Molte sono le tappe che hanno segnato il percorso comune di Giacomo Agazzini, Umberto Fantini, Andrea Repetto e Manuel Zigante: premi, concerti, tournées e registrazioni, con un repertorio arricchitosi nel corso degli anni. Alcuni incontri sono stati in tal senso determinanti: da Piero Farulli, con cui hanno approfondito lo studio di Beethoven e Brahms, a Valentin Berlinsky, che li ha iniziati all'espressività del suono dei Quartetti di Sostakovich, attraverso Milan Skampa che li ha introdotti alla musica slava. L'incontro con la musica di Bèla Bartòk è avvenuto con il compositore Gyorgy Kurtág, che ha dato loro slancio nello studio, con un approccio libero da pregiudizi stilistici e denso invece di rigore e concentrazione.
Nel repertorio del Quartetto di Torino sono recentemente entrati i Quartetti per archi di Giacinto Scelsi. Lo studio dei lavori di Scelsi ha dato nuovi stimoli alla formazione torinese, che nella tridimensionalità del suono scelsiano, nelle microvariazioni intervallari, nella peculiarità timbrica di queste composizioni si è immerso in una sfida ipnotizzante di cui sta raccogliendo gli esiti con somma soddisfazione. 
(Alessandra Carlotta Pellegrini, in Sonora News n.15, p.2)
 

23 aprile ore 16.00
concerto CIRM

Martin Matalon Traces I per violoncello e elettronica
Giovanni Verrando The rough detail celebrated by Aby Warburg
per flauto, oboe, violino, violoncello, pianoforte
Gilles Racot Ipso per clarinetto ed elettronica
Fausto Romitelli Amok Koma per ensemble

Martino Traversa Bianco, ma non troppo (1995)
per flauto basso e nastro
Le voci sottovento (2005) per voci registrate
prima assoluta
Critical Time (2005) per elettronica
prima assoluta
François Paris Roque per violoncello e elettronica
Sombra per violino
Lecture d'une vague per flauto e nastro

Icarus ensemble
Giovanni Mareggini flauto
Mirco Ghirardini clarinetto
Alessandro Ferrari violino
Andrea Maini viola
Nicola Baroni violoncello
Kumi Uchimoto, Marco Pedrazzini pianoforte
Danilo Grassi percussioni

23 aprile ore 22
Zagreb Puppet Theatre

Omaggio a Giacinto Scelsi

Roberto Fabbriciani  flauto
Antonio Caggiano  percussioni

Giacinto Scelsi
Pwyll  per flauto (1954) 6'
Maknongan per strumento basso (1976) versione per percussione di A. Caggiano 4'
Quays  per flauto in Do (1954) 3'12"
Ko-Thaper chitarra trattata come strumento di percussione  (1967)  9' 
Maknongan per strumento basso (1976) versione per flauto basso di R.Fabbriciani  4'
Hyxos per flauto in Sol e percussioni (1955)

Stefano Scodanibbio  contrabbasso

Giacinto Scelsi
Mantram, per contrabbasso (1990) 5'
Wo-Ma, (1960) versione per contrabbasso di S. Scodanibbio  9'
Le Réveil profond (1972) per contrabbasso

Stefano Scodanibbio 
Voyage That Never Ends, parte 1° (Voyage started) (1979-1997) 20'

Giacinto Scelsi: riflessioni per un centenario diverso

Quest'anno ricorre il centenario della nascita di Giacinto Scelsi (1905-1988). Non è una ricorrenza qualunque, di quelle che fanno ormai parte dello scadenzario istituzionale. È un caso a sé stante e in qualche modo ancora un enigma. La sua musica non ha mai cessato di essere eseguita e diffusa discograficamente, all'estero molto più che in Italia. Anzi, si può affermare con serenità che la musica di Scelsi deve ancora essere realmente scoperta nel suo paese. Qualcuno dirà "nemo profeta in patria", eppure non è così; Scelsi fu profeta, nel senso pionieristico e visionario che è insito in questa parola, proprio nella sua patria, un paese che lui amava moltissimo e dove aveva scelto di rimanere a vivere. Sosteneva - e probabilmente aveva ragione - che il confine tra oriente e occidente passasse per la terrazza di casa sua, un luogo leggendario nel centro di Roma, sospeso tra la città eterna e Bisanzio. Fu un profeta ascoltato? Solo da coloro che erano catturati dall'ascolto di un suono nuovo, che attraversava qualsiasi forma precostituita, che spaziava liberamente attraverso le tradizioni, le mode, le convenzioni. Un suono al di fuori del tempo, ma al tempo stesso profondamente vivo, presente, moderno. Non fu ascoltato dai rappresentanti delle istituzioni ufficiali della musica del nostro paese, che ora come allora continuano ad ignorarlo. Diversamente dal resto del mondo, dove proprio le grandi istituzioni hanno determinato la meritatissima fortuna internazionale della musica di Scelsi. Il nostro festeggiarlo, quest'anno, che si proietterà durante tutto l'anno, ha quindi il senso di una riappropriazione, di voler sottolineare quanto quella traiettoria sonora, isolata e personale, abbia influito sulle tendenze della nuova musica italiana e sulla prassi esecutiva di un'intera generazione di interpreti. 
La partecipazione di SONORA alla Biennale Musica di Zagabria, che quest'anno coincide con la programmazione dei World Music Days, dando vita ad un evento di dimensioni veramente eccezionali, è per noi l' avvio delle celebrazioni scelsiane. Ci sembra significativo accompagnarlo a musiche di autori contemporanei - in gran parte appartenenti alle ultime generazioni - provenienti da tutto il mondo, per sottolineare come il suo messaggio non si esaurisca nella riproposta delle sue composizioni, ma sia una presenza più che mai attuale attraverso le problematiche che ha saputo suscitare: la centralità del suono, lo spiritualismo, il rapporto con le tematiche dell'esoterismo, le nuove tecniche di produzione sonora, il superamento della scrittura, la virtualità, il rapporto con lo spazio. È in questa chiave che parliamo di Scelsi, una presenza che ha posto problematiche attuali, sulle quali la musica di oggi continua a confrontarsi. I suoi lavori sono davvero metafore, che si materializzano in possibili organici strumentali e vocali; non vi è mai la certezza dell'unicità, di qualcosa che resti fissato sulla carta in modo univoco. Riascoltare la produzione integrale dei quartetti per archi, ad esempio, significa compiere un autentico viaggio nel suono, arrivando fino ai poli più estremi, ai confini dell'erranza. E lo stesso si può dire, con straordinaria coerenza, per i lavori per singolo strumento o nei grandi affreschi orchestrali. 
Sarà un centenario particolare, che servirà ad ascoltare la musica di Scelsi libera da retoriche celebrative, per parlarne insieme fuori dai paludamenti, con semplicità, lontano dalla cultura dell'apparire che angoscia la vita contemporanea. Semplicemente un suono, da inseguire nelle sue infinite metamorfosi, partito da una terrazza nel centro di Roma per spargersi in tutto il mondo, abbracciandolo in un cerchio che unisce simbolicamente e nello spirito un oriente e occidente che vogliano ascoltarsi.
(Gisella Belgeri, in Sonora News n.15, p.1)

www.biennale-zagreb.hr