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attività - sonora - 2001 - valparaiso

Valparaiso

27-31 agosto 2001

VALPARAISO (Cile)
27 - 31 agosto 2001


1° Encuentro Internacional de musica contemporanea de Valparaiso

in collaborazione con Università di Valparaiso, Orchestra Regionale di Valparaiso, Associazione dei Compositori Cileni


Lunedì 27 agosto ore 19.00

Sala Musicamara

Guido Arbonelli clarinetto

Opere per clarinetto ed elettronica

Riccardo Bianchini Los Pajaros del Sueño (1998)
Luigi Ceccarelli Birds  (1997)
Nicola Sani  Non tutte le isole hanno intorno il mare - Isola III
Emanuele Pappalardo Sulle ali del respiro (1996)
Walter Prati Con

Il concerto è stato preceduto da una lezione dimostrativa per gli studenti dell'Università e giovani compositori cileni, sull'uso dei microfoni nella musica elettronica, toccando i problemi relativi alla costruzione dei suoni elettronici e all'esecuzione "microfonata", che deve ovviamente modificarsi rispetto al concerto acustico.
Il programma presenta le tecniche più avanzate di costruzione del tape, dei suoni elettronici, ma anche le tecniche del clarinetto, delineando la scuola italiana più importante e "contemporanea" - dopo Manzoni e Nono, ormai storicizzati, la "nuova generazione" di compositori, anche se ormai ben conosciuti e vagliati.
La masterclass ha presentato agli addetti ai lavori "come si studia la musica contemporanea" rispetto al clarinetto classico. In realtà, per Arbonelli non c'è differenza, anzi la costruzione musicale intorno alle nuove tecniche va fatta con uno studio "classico". La differenza sta nella disposizione dei temi, nella costruzione compositiva, non nello studio. Il bravo strumentista, per Arbonelli, usa tecniche classicissime presentandole nella forma più contemporanea possibile.
Cosa portarsi sempre dentro la custodia dello strumento? Il capostipite della musica contemporanea: Jean-Claude Risset. E poi gli esercizi tecnici di sempre: note lunghe, scale, arpeggi a non finire, studiando sulla rotondità e la bellezza del suono. Poi mantenere Schumann e Saint-Säens sempre in repertorio, una Sonata di Poulenc, e fra i contemporanei Nino Rota e Gentilucci. "Il mio motto? spiega Arbonelli - volere sempre di più dal proprio strumento, il segreto che dovrebbe contraddistinguere ogni strumentista, cioé scoprire altri strumenti della propria famiglia: come il clarinetto piccolo o basso, e tutte le tecniche e possibilità timbriche e acustiche.
Poi, è fondamentale ricordarsi che, se dal '700 agli inizi del '900 soltanto 20 compositori hanno scritto per noi: come trascurare le 1000 composizioni scritte dal '900 lungo tutto il XX secolo? E come trascurare quei ragazzi che studiano composizione e che di certo non scriveranno come Mozart ma avranno esigenze diverse, che devono incontrarsi con quelle piu' evolute degli esecutori?". Al repertorio va dunque affiancata anche una ricerca di stili da Piazzolla a Gershwin, a Franck Zappa.
La lezione-concerto di Arbonelli - che si è ripetuta in Italia al Conservatorio di Milano, e durante un meeting dedicato al clarinetto a Perugia il 15 settembre prossimo - era rivolta non solo ai clarinettisti, (che già conoscono pregi e difetti del loro strumento) ma soprattutto ai giovani compositori con poca esperienza di prassi strumentale. Un incontro a metà strada fra esecutore e compositore, un momento empatico di comunicazione che ti fa di entrare nella filosofia e nel pensiero di un'altra persona. Questa è la musica contemporanea oggi, questo deve fare per superare le difficoltà e i ghetti in cui altri vogliono relegarla.
 

Martedì 28 agosto ore 19.00

Sala Musicamara

Duo Annamaria Morini / Enzo Porta
flauto/ violino

Cristina Landuzzi Insonni, lucidi albori per flauto e violino (1991)
Giacinto Scelsi Divertimento III per violino solo (1999)
Franco Donatoni Ciglio II per flauto e violino (1993)
Giacomo Manzoni Frase Due per flauto e violino (1993)
Adriano Guarnieri Preludio alla notte per flauto solo (1992)
Luciano Berio Dieci Duetti per flauto e violino (1979/ 81; trascr. Morini/Porta 1995)

Il programma intendeva offrire un panorama sintetico ma esaustivo di cio che è stato scritto in Italia nel secondo dopoguerra per flauto e violino, un duo inconsueto, tanto che l'unica formazione stabile è attualmente proprio il duo Morini-Porta, che si esibisce per la prima volta in Sud America.
Il duo, costituito nel 1988, si è dedicato specificamente alla musica contemporanea e ha in repertorio oltre 50 composizioni ad esso dedicate, oltre a svolgere un lavoro di ricerca musicologica di partiture inedite per violino e flauto fra '7 e '800.
Il repertorio presentato è dunque stato esplicitamente dedicato dagli autori al duo, tranne i pezzi di Berio, originali per due violini, trascritti dagli interpreti per violino e flauto con l'imprimatur del compositore. Per dare varietà al programma, sono stati inseriti anche due brani per strumento solo, includendo il nome di Scelsi di cui si sta riscoprendo il ruolo centrale nella musica del '900.
Per la sua unicità il duo ha destato l'interesse dei compositori su più versanti, esaltando ora l'una ora l'altra particolarità strumentale: in questa ricerca, il pezzo di Manzoni è il più interessante, per l'uso esclusivo di nuove tecniche di esecuzione, che impiegano nel flauto i suoni sinusoidali, e nel violino gli armonici. Si ottiene una sonorità complessiva sovracuta, vicina all'elettronica, con uno straniamento timrico degli strumenti. Donatoni ha scritto per il duo nella sua cifra compositiva consueta, strutturata: i due strumenti si compenetrano in un blocco unico, e il flauto si adegua ai colpi d'arco del violino. Esponente della più giovane generazione, Cristina Landuzzi pur facendo uso di un linguaggio innovativo esplora i lati espressivi degli strumenti. Di grandi esiti espressivi anche Preludio alla notte di Guarnieri, per flauto solo: un brano compatto, in cui la cantabilità è ottenuta attraverso un linguaggio personale e non retrò, aperto alle nuove tecniche. Infine i duetti di Berio sono simpatici ritratti musicali di personaggi e amici, fra cui compositori come Bartók, Stravinsky, Maderna.

Mercoledì 29 agosto ore 19.00

Daniele Binotto pianoforte
Maria Grazia Bellocchio pianoforte

Giorgio Colombo Taccani Due studi per pianoforte
Claudio Ambrosini Ciaccona
Ivan Fedele Études boréales
Sandro Gorli Studi in forma di Variazione
Franco Donatoni Francoise Variationen

Il programma ha come tema lo studio-variazione, in quanto forma classica sopravvissuta fino a oggi, utilizzata in modi differenti dai cinque compositori presentati da Maria Grazia Bellocchio.
Donatoni riprende la forma classica, virtuosistica, ornamentale, intesa come variazione sul materiale musicale, come fa anche il suo allievo Sandro Gorli. I cicli delle Françoise Variationen sono molto diversi fra loro: i primi quattro sono acrobatici e leggeri, gli ultimi tre più seri, accordali, scritti in un periodo diverso perché coprono un arco di 14 anni, dal 1983 al '96. La tecnica applicata è quella della "variazione totale", come l'ha definita Berio negli anni Cinquanta, ovvero di una codificazione diversa del materiale, che lo trasforma radicalmente. Se il primo ciclo è il risultato di sette codificazioni differenti di un medesimo materiale, i successivi cicli si basano sui materiali corrispondenti del primo, dando luogo a una variazione della variazione, concepita secondo una distanza prospettica di sette, ogni volta cercando di interessare un aspetto particolare del pianismo come il legato, lo staccato, i salti, gli arpeggi, gli accordi ripetuti o ribattuti.
Gli Studi in forma di Variazione di Gorli sono dedicati alla pianista Bellocchio. Consistono in un Tema e dodici variazioni: la prima variazione è una rilettura del tema, con l'aggiunta di "ornamentazioni" di tipo quasi barocco. Ogni successiva variazione è costruita sulla precedente, secondo la tecnica della "variazione totale": rilettura e riorganizzazione del materiale secondo codici nuovi che scardinano completamente le "figure precedenti".
Fedele, al contrario, fa della forma-variazione una variante timbrica, una trasformazione del suono e della situazione musicale.
Ambrosini intende la sua Ciaccona in senso tradizionale, come serie di variazioni su un basso cromatico discendente, rispolverando l'antica danza spagnola. "Una danza che trovo interessante - scrive l'autore - perché sovrappone due dimensioni temporali opposte: veloce e lento, o meglio sembra voler sviluppare l' idea affascinante di una " velocità nella lentezza "".
I Due studi di Colombo Taccani vengono presentati in prima esecuzione assoluta: in Woher (1984) nel breve tempo concesso si presenta un numero elevato di situazioni e di avvenimenti diversificati, anche se è costante una forte tendenza all'aggressività e all'esagerazione delle caratteristiche. L'articolazione complessiva del pezzo si basa sul contrasto fra avvenimenti costituiti da un ristretto numero di note, per lo più in successione orizzontale, e avvenimenti caratterizzati dalla tendenza all'accordalità.
Oggetto degli études boréales è la risonanza, intesa non solo come fenomeno acustico, ma anche come paradigma per l'affermazione di identità di ogni oggetto sonoro. Accanto ad essa l'esplorazione concerne principalmente il timbro e la denominazione "boréales" attiene proprio alla predominanza di colori dalla luminosità nitida, tersa, radente.
Benchè di breve durata, i cinque studi per pianoforte si configurano come microrganismi dotati ciascuno di una propria identità formale, definita quasi sempre dalla contrapposizione o dal dialogo tra principi eterogenei.

Venerdì 31 agosto ore 19.00

Sala Musicamara

Gruppo da Camera cileno (solisti dell'Orchestra Filarmonica Regionale)
Chilean Chamber group (Soloists from the Regional Philharmonic Orchestra)

Riccardo Bianchini: Macchu Picchu
Armando Gentilucci: Cile 73

Orchestra Filarmonica Regionale
Musiche contemporanee di autori cileni.
Contemporary music by chilean composers

Dal 29 al 31 agosto

Masterclass tenute dai compositori

 

Un incontro fra musicisti, artisti, critici, musicologi, persone di cultura e pubblico in generale intorno alle possibilitá del rinnovamento musicale, la sperimentazione, le nuove frontiere percettive, i contatti e le esperienze sulla e per la nuova musica. È il I Encuentro Internacional de Música Contemporanea de Valparaíso, ovvero concerti, installazioni, master class, tavole rotonde, audizioni non stop, multimedia, emissioni radiali nei locali dell'Università di Valparaiso, nella sala Musicamara e dintorni.
Perché questa iniziativa? Perchè in Cile non c'è una rassegna similare sulla nuova musica, perchè ci sono state ed adesso non ci sono più ed invece la nuova musica continua ad esistere. Perchè Valparaiso è sempre stato luogo d'incontri, come il principale porto del Pacifico Sud. Perchè storicamente Valparaiso è stata la prima città del Cile ad avere un teatro dell'Opera, la prima a conoscere i grandi maestri della musica mondiale, la prima città in Cile ad affermare la sua propria personalità musicale.
Questo incontro intende convertirsi in punto abituale di ritrovo degli artisti e musicisti cileni, latinoamericani e dal mondo intero, così come lo sono già il Festival di Teatro di Valparaiso, il Festival della Canzone di Viña del Mar, il concorso Luis Sigall e tante altre iniziative che intendono convertire la città di Valparaiso e la V Regione nella Capitale Culturale del Cile.
Nei locali del Centro di Estensione dell'Università di Valparaiso si realizzerano inoltre installazioni multimediali ed ascolti non stop di musiche elettroacustiche, cosí come tavole rotonde e conferenze di compositori invitati, cileni e latinoamericani.
L'incontro è patrocinato dall'Università di Valparaiso e della Corporazione Orchestra Filarmonica Regionale, cosí come della Asociazione dei Compositori Cileni e la Societá Cilena di Musicologia. Il suo direttore artistico è Jorge Martínez Ulloa, compositore e musicologo, docente nella Univ. del Cile a Santiago e della Univ. Catolica di Valparaiso. Il responsabile organizzativo è il Maestro Patricio González, docente nella cattedra di cello dell'Univ. di Valparaiso.

"L'idea del Festival di Valparaiso è nata da due incontri con Jorge Martinez, nell'agosto e novembre del 2000. Naturalmente tutto il merito va a Martinez, ma forse vale la pena dire due parole sul ruolo che i musicisti europei possono svolgere in America Latina. Già questo termine è ingannevole, dal momento che non esiste un'entità omogenea chiamata America Latina, ma piuttosto molti paesi diversi fra loro, almeno quanto lo possono essere i paesi europei.
Ho iniziato a tenere corsi e concerti in Uruguay e Argentina nel 1995, e da allora tutti gli anni vi sono tornato, ampliando via via il mio "campo di intervento", che quest'anno coprirà l'Uruguay (Montevideo), l'Argentina (Buenos Aires, La Plata, Córdoba e Mendoza) e il Cile (Santiago, e, appunto, Valparaiso).
A volte una visione eccessivamente eurocentrica ci fa credere che la nostra musica contemporanea sia la più valida e la migliore possibile, ma questo atteggiamento non contribuisce né alla nostra crescita musicale, né a quella degli altri paesi. Se è giusto far conoscere ciò che si fa in Europa, è altrettanto giusto e vantaggioso conoscere ciò che si fa al di fuori. Per esempio, in molta musica contemporanea ed elettroacustica di quello che si chiama "il Cono Sud" (Argentina, Cile e Uruguay) vi è una presenza, esplicita o sotterranea, delle espressioni musicali popolari (o etniche, o folkloriche, in qualsiasi modo si vogliano chiamare) che in Europa abbiamo perso da molto tempo. Fra l'altro, proprio Jorge Martinez è, oltre che compositore, uno dei maggiori etnomusicologi dell'America Latina.
Nei miei sette viaggi in Sud America posso onestamente dire di avere preso almeno quanto ho dato, se non di più: ho portato conoscenze tecniche (corsi su Csound e sulla composizione assistita dall'informatica) e ho diffuso opere elettroacustiche e strumentali di compositori italiani, ma ho anche imparato la freschezza e la fantasia delle nuove musiche sudamericane.
Un amico compositore uruguayano, Pablo Sotuyo, definì una volta l'Europa un "museo": forse non è così, ma è vero che in Italia siamo molto più attenti alla conservazione della cultura del passato che non allo sviluppo della cultura contemporanea.
E allora ciò che faremo e ascolteremo a Valparaiso (una delle città più incantevoli del mondo) rappresenta una grande occasione: la massiccia presenza di musica e musicisti italiani si confronterà con le espressioni più recenti della musica cilena, e mentre non ho dubbi sul successo della manifestazione, non posso che augurarmi che questo Festival sia solo il primo di una lunga serie".
Riccardo Bianchini (Compositore, docente di Musica Elettronica al Conservatorio "Santa Cecilia" di Roma)