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Opera Hi-Tech

Un'orchestra virtuale

Il metodo utilizzato per la sintesi del suono è la tecnica del campionamento dei suoni, inventata ormai da decenni. Fino ad ora intensamente utilizzata più che altro nella musica commerciale o per il cinema. A quanto ci risulta pochissimo o quasi per niente utilizzata per l’uso nella musica classica o per la didattica musicale nei Conservatori.
Dal punto di vista tecnico viene utilizzata una vasta Library di suoni di breve durata (qualche secondo) dei vari strumenti dell’orchestra; questi micro suoni, con opportuni programmi chiamati Sequenzers vengono organizzati in spartiti precedentemente immessi nel calcolatore.

In effetti di anno in anno assistiamo ad un rapido miglioramento della qualità sonora dovuta al progressivo aumento della potenza di calcolo e di memoria dei calcolatori.
Le possibilità di scelta sono già oggi ricchissime. Ad esempio, per i suoni di violino sono disponibili centinaia di suoni anche per una sola nota (campionature di legati, pizzicati, vibrati, con tremolo, alla punta, al tallone, su diverse corde, tutte le gradazioni dinamiche ecc ...). L’abilità e la bravura dell’interprete informatico e del musicista sta nello scegliere in questa tavolozza di suoni quelli più appropriati ad ogni singola nota dello spartito.

Un lavoro di grande precisione finalizzato ad un prodotto importante e di molteplice uso.
Il risultato non è un prodotto passivo o rigido, come ad es. un CD, ma un file che può essere istantaneamente modificato in tutti i modi (tonalità, tempo, respiri, assegnazione degli strumenti alle varie parti musicali, dinamica ecc...) e che resta quindi flessibile al gesto o al percorso del musicista e dell’interprete. Esso rappresenta, per funzioni didattiche, un utilissimo mezzo di lavoro anche per gli studenti di composizione. Immettendo il loro spartito nel computer e lavorando alla scelta di ogni situazione timbrica, hanno un’idea molto verosimile del risultato finale.
Un altro punto interessante è che, data la grandissima rassomiglianza timbrica con gli strumenti tradizionali, questo sistema ben si presta all’esecuzione di piccole opere in cui l’orchestra è sostituita da un calcolatore e la parte solistica è realizzata dal vivo.

Un ottimo meccanismo per apprendere, da parte degli interpreti, ma anche di rendere fruibili a più livelli di ascolto, opere che altrimenti non potrebbero esser presentate in spazi troppo piccoli (sale da concerto, piccoli teatri con non sufficiente fossa orchestrale) o per l’alto costo dell’intera esecuzione dal vivo.
E in questo è preziosa l’esperienza della Mort de Cléopâtre di Berlioz, nata da un’idea di Italo Gomez e messa in pratica da Maurizio Sansone, che segna un confine di razionalità nell’uso di un mezzo sinora poco indagato ai fini della musica classica.

(Giuseppe Di Giugno)