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politiche - r.it.m.o. - presentazioni del libro bianco - palermo

Palermo

02 maggio 2008


R.It.M.O. 
Rete Italiana Musicisti Organizzati
per le musiche contemporanee



Palermo 2 maggio 2008
Sala Rossa di Palazzo dei Normanni 
(ARS - Assemblea Regionale Siciliana)

Nuove Carriere 2008

Riunione al tavolo con gli operatori siciliani ed altri esponenti di associazioni di altre regioni 

La presentazione ha avuto inizio con il Barone Francesco Agnello che ha ben presentato, e positivamente, la presenza di una cospicua rete di musicisti ed operatori dediti alla divulgazione della musica contemporanea. Egli ha inoltre dichiarato di avere notizie positive in merito alla lettera d’impegno che Bondi aveva scritto nei confronti del FUS, essendo oggi Bondi parte del nuovo governo e resosi disponibile alla causa.

Gisella Belgeri ha brevemente accennato agli antefatti di RitMO (su iniziativa della sottoscrizione alla causa di Dissonanzen) e presentato il ruolo del CEMAT evidenziando l’importanza di realizzare per la prima volta uno screening così cospicuo su una realtà territoriale così diffusa e presente. Ha evidenziato anche la capacità di auto-organizzazione e la viva ed attiva motivazione degli aderenti alla Rete Italiana Musicisti Organizzati, mostrando grande interesse per questo fenomeno ‘di fatto’. Ha presentato come realtà locali Curva Minore ed Antitesi. 

Biagio Guerrera ha evidenziato il ruolo del Comitato di Redazione citando nominalmente gli altri assenti (Claudio Lugo, Michela Giovannelli, Alessandra Sciabica) e del difficile e gravoso ruolo da questi svolto. Ha anche citato SSRG di Catania come aderente siciliano.

Tommaso Rossi ha presentato RitMO come una struttura in via di organizzazione strutturale, riprendendo gli antefatti che dalla cancellazione dei contributi ministeriali a Dissonanzen hanno portato alla costituzione della Rete informale ed oggi in via di definizione strutturale con l’attuale coordinamento nazionale che porterà, molto probabilmente, alla costituzione in una configurazione giuridica.

Domenico Sciajno ha poi presentato Antitesi come associazione operante fin dal 1995 che, anche senza ricevere quasi mai sostegno dal finanziamento pubblico, riesce a svolgere un’importante attività organizzativa soprattutto dedicata agli aspetti multimediali e tecnologici.

Intanto venivano distribuiti a tutti i presenti copie del nostro LB

Chi scrive ha anche rappresentato la presenza sul territorio di altri musicisti o operatori non appartenenti a RitMO ma inclusi nel LB.

Il Barone Agnello, durante la continuazione della tavola rotonda, ha successivamente evidenziato l’importanza della musica contemporanea e di RitMO come ulteriore strumento di pressione da aggiungere alle altre strutture già esistenti. Ha evidenziato il sostegno all’AIAM come di fondamentale importanza per un’ottimizzazione delle pressioni nei confronti del Ministero ed ha anche evidenziato come su base regionale ci sia una tendenza a diminuire notevolmente i flussi finanziari per i contributi alle associazioni. Il CIDIM organizzerà a metà settembre 2008 un convegno in Sicilia dedicato agli strumenti finanziari ed alle politiche culturali per cui il Barone ha anche pubblicamente invitato RitMO. Successivamente alla tavola rotonda, durante il rinfresco, il sottoscritto ha chiesto al Barone un miglior coordinamento per questo prossimo importante convegno settembrino: richiesta che è stata accolta motivatamente.

Successivamente alla questione LB ha avuto inizio la seconda parte dedicata agli operatori di musica classica, ma dove si sono comunque evidenziate una serie importante di argomenti (ENPALS, SIAE, circuitazione comune, riduzione dei costi, produzioni locali, strategie di comunicazione, pubblico, ecc)

Volendo adesso esprimere un parere personale, viste le premesse e le ‘concitazioni’ delle strette organizzative su questa ‘prima’ panoramica, mi ritengo piacevolmente soddisfatto per come si è svolta la presentazione visto anche il contesto istituzionale in cui si è svolta la riunione. Una piccola nota riguardo il versante giornalistico, ma attenderei qualche giorno per verificare, con gli uffici del CIDIM, la rassegna stampa. Intanto mi sono personalmente attivato con La Repubblica, Il Giornale di Sicilia e Sicilia Informazioni. 
(Lelio Giannetto)

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Intervento di presentazione del Libro Bianco di Lelio Giannetto

Le associazioni locali afferenti alla Città di Palermo e aderenti a RitMO - Rete Italiana musicisti Organizzati sono due (Curva Minore e Antitesi), ma altre associazioni o i singoli musicisti (compositori e strumentisti) sono presenti e, per ovvie questioni attinenti alla difficoltà di trovare spazio per le rispettive manifestazioni o produzioni artistiche, non sempre riescono a sviluppare programmazioni o integrazioni con il territorio.

Curva Minore è certamente, tra le associazioni più giovani, la prima che ha dato continuità ad una progettualità organica e articolata e da 11 anni rappresenta a Palermo un’indispensabile punto di riferimento locale, nazionale ed internazionale. Essa annovera infatti tra le priorità il radicamento culturale ed artistico nel territorio di riferimento, sviluppando quotidianamente relazioni didattiche e di laboratorio con diverse scuole superiori e, periodicamente con corsi universitari. Si organizzano corsi con ascolti guidati sulle storie delle musiche; laboratori esperienziali e scientifici su vari argomenti e con metodologie di tipo attivo; si sviluppano soggiorni didattici all’estero, presso strutture partner, a scopo informativo, didattico e di aggiornamento anche al fine di delocalizzare il contesto di residenza e sviluppare confronti di più ampio respiro. 

Sotto il profilo della produzione musicale si svolgono annualmente due principali stagioni concertistiche: 
- la prima, La Musica Attraversa/o I Suoni, è legata a percorsi trasversali, ma sempre di piglio radicale, innovativo, profondo, non legato al mero intrattenimento, piuttosto spesso afferenti a territori limite, di confine tra sperimentazione sonora, acustica e/o elettroacustica dove i linguaggi della ricerca s’incrociano e spesso s’incontrano, pur provenendo da differenti fonti o sorgenti sonore, siano esse di natura teorico-concettuale o anche di altra natura (tradizione orale, linguaggi di natura multidimensionale - rapporto musica-cinema-letteratura-arti visive-performative -, musica di ricerca e di attualizzazione dei percorsi di derivazione jazzistica non d’intrattenimento, ecc);
- la seconda, IL SUONO DEI SOLI , si riferisce ad un contesto più ‘circoscritto’, alla musica contemporanea in senso stretto, così intendendo i percorsi più accademici o di stretta derivazione accademica. Percorsi che sono legati perlopiù al rapporto con la grande tradizione comunemente intesa come Eurocolta fortemente legata alla notazione scritta con tutto ciò che ne è scaturito dalle trasformazioni innovative della seconda scuola di Vienna ed ulteriormente dalle radicali rivoluzioni provocate dall’America di Cage & Compagni e in avanti fino ai nostri giorni dove sperimentazione elettronica, elettroacustica si incrociano con le esperienze più radicali del rapporto composizione/improvvisazione, delle teorie scientifiche e innovative sul Paesaggio Sonoro.

Si cerca quindi di emarginare ogni pregiudizio estetico di natura soggettiva e tendere piuttosto a rappresentare ogni possibile espressione ed esperienza sonora evitando conflitti o scontri, oggi abbondantemente fuori moda ed assolutamente inutili specialmente nel clima da ‘emergenza cultura’ in cui gli operatori culturali, i musicisti, i musicisti/organizzatori e organizzati, tutta la società civile e pensante si ritrova. Si tratta di costituire una sorta di riserva naturale della musica o meglio delle musiche, intendendo con ciò da un lato la necessità di preservare e conservare nel modo più integro possibile le esperienze ancora importanti ed imprescindibili del nostro passato: mantenere e conoscere la Memoria Storica è dovere morale e culturale di uno stato di diritto. Abbiamo il diritto/dovere di mantenere viva la nostra cultura. I tempi di oggi ci lasciano immaginare situazioni piuttosto preoccupanti sotto il profilo della debacle culturale in atto... Non vado oltre a riguardo. 


Ma è pur vero che
- se non rendiamo anche visibile le esperienze delle generazioni successive - e vicine al tempo che viviamo - che esprimono la sensibilità ed il pensiero degli anni in corso, con tutte le contraddizioni in atto, con tutte le problematiche che ne possono scaturire; 
- se non diamo spazio e tempo alle infinite direzionalità dei percorsi sonori che, dissolvendo o ricreando nuovi linguaggi o ponendo nuove ipotesi di percorribilità, nuove estensioni del o dei concetti di musica, anche se lontani da una concezione unitaria, oggettuale, tradizionale, di esclusivo dominio di una o più controllabili concezioni estetiche; 
- se non si comincia a dare spazio ai nuovi sentieri, alle nuove tracce già praticamente in corso d’opera e fermamente attive, in un modo o nell’altro, su tutto il nostro territorio; 
- se non riusciamo a concepire l’idea che qualcosa di nuovo già vibra attorno a noi anche se noi stessi non abbiamo la capacità di percepirla;
- se non riusciamo a vedere, o peggio, se ci ostiniamo ad ostruire il passo a quanto di importane sotto il profilo innovativo viene già di fatto partecipato da una quantità e qualità non indifferente di musicisti, compositori, strumentisti, teorici, ecc;
- se non siamo capaci di considerare queste ipotesi come sostenibili per un processo di continuo apprendimento 
allora significa che stiamo ponendo una chiusura verso le nuove energie della musica che pone nuove questioni e guarda oltre (e non soltanto altro), tenta approfondimenti e vuole ancora credere nelle risorse proprie, spesso individuali, ponendo quindi una questione esistenziale, sociale, non soltanto di gusto estetico o peggio di intrattenimento mondano, come, spesso succede. 

Certo la questione non è semplice, specialmente quando si tratta di innovazione, di ricerca o di applicazione di nuove tecniche, di nuovi linguaggi o quando si tratta di esprimere senso nuovo, attuale, quando si interpreta una nuova sensibilità, non ancora riconosciuta o riconoscibile da un pubblico non formato, non abituato, non ancora adeguato alle nuove ulteriori esigenze del pensare e del ‘sentire’. Perché è di questo che si parla: del processo, o dei processi di 'ulteriorità', di andare oltre, di scoprire continuamente ‘nuovi mondi sonori’ (giusto per citare, con una parafrasi, la storia recente di Francesco Evangelisti).

Non si può pretendere di incontrare il gusto del pubblico di solito abituato con l’orecchio e con la mente a percorsi più riconducibili a quanto già acquisito, ma è possibile iniziare un percorso di istruzione, o come si dice formazione di nuovo pubblico, orientato, però, alle nuove e reali esigenze della musica che cambia e cambia nella testa e nel cuore dei nuovi compositori e strumentisti che non devono vincolarsi al gusto del pubblico. Si deve piuttosto operare in senso inverso: si deve lavorare nel tempo per una programmazione sistematica di interventi rivolti alla gente, opportuni per metodologia di trasmissione di questi nuovi ed ulteriori processi di composizione della musica. 

Oggi forse non basta una ‘semplice’ programmazione concertistica. Probabilmente ogni organizzazione, ogni associazione o struttura potrebbe sviluppare appropriate metodologie, trovare i propri percorsi per arrivare al proprio pubblico e comunicare opportunamente ad esso i continui cambiamenti in atto, in funzione dei percorsi individuati come adeguati ad una più adatta distribuzione dell’informazione sul panorama di interesse attuale.

RitMO - Rete Italiana Musicisti Organizzati rappresenta un’importantissima esperienza ancora in fieri, ma che già dalla sue prime manifestazioni mostra con tutta evidenza la presenza sul territorio nazionale di una fitta schiera di operatori, organizzatori/musicisti, musicisti solisti, ensemble e strutture d’altro genere che di fatto operano da svariati anni. Questo operare molto spesso non è adeguatamente supportato dalle Istituzioni, pubbliche e private, di solito orientate da necessità di botteghino, di fare i numeri per conseguire sempre maggiore giustificabilità della spesa (sia essa pubblica o privata, dicevo). Nonostante ciò si è assistito al nascere, proliferare e stabilizzarsi, tra mille espedienti, di questa rete dedita, per necessità esistenziale, alla divulgazione della musica contemporanea (scritta/detta in corsivo volendo significare qualcosa di più esteso rispetto al concetto di Nuova Musica tradizionalmente riferito alla scuola di Darmstadt). Una rete eterogenea che mette insieme strutture già stabilizzate sul fronte della ricezione contributiva da Enti Locali o Fondazioni private e ‘piccole’ associazioni che, indomitamente, trovano il modo di riuscire ad essere presenti e determinanti come referenti locali di questi importanti percorsi innovativi.
Il Libro Bianco mostra questi come altre importanti valutazioni sui dati sensibili (che tengono in considerazione i dati sul numero piuttosto cospicuo di concerti effettuati annualmente a fronte della poca spesa sostenuta e del nutrito pubblico partecipante) e dimostra, oltre alla presenza delle strutture che costantemente si occupano di musica contemporanea, la non irrilevante attività di fatto presente e distribuita sul territorio nazionale. Non sono i numeri dei flussi finanziari che ciascuna associazione riceve che determina la valenza, l’importanza o la capacità organizzativa di un’associazione e la maggior parte delle associazioni che si occupano di musica contemporanea, di fatto, lo dimostrano.

Su base locale Curva Minore esprime con continuità esemplare (permettetemi questo dire: credo di essere ‘obbiettivanmente obiettivo’) una media annua di 35 eventi concertistici di cui 11/12 l’anno dedicati alla musica contemporanea in senso stretto e con l’attività di formazione di un adeguato pubblico incidendo soprattutto tra i giovani, con un grado di ricezione contributiva risibile (non cito poiché non ritengo questa sede adatta a tale specifica problematica, ma chi è del luogo conosce bene le tabelle pubblicate dagli enti pubblici). Ma anche Antitesi, ha mostrato carattere nel creare importanti opportunità di radicamento nel territorio di appartenenza non riuscendo ad ottenere, a fronte dell’importantissima e seria attività organizzativa, attenzione dall’Ente Pubblico, ciò nonostante non demordendo la continuità del proprio lavoro.

A fronte di queste e più altre considerazioni, Curva Minore ed Antitesi su base locale si rendono conto che una serie di operazioni di dialogo e di coordinamento, tra esse stesse e con le altre strutture organizzative, possano essere utili ed importanti. Queste citate strutture auspicano che, nel tempo, si attuino quegli indispensabili strumenti di partecipazione al fatto culturale come presa di coscienza di ciò che è già in atto, come inarrestabile movimento di idee ed esigenze dello spirito di una società pensante, in continuo divenire. La possibilità del collegamento tra le strutture presenti nel territorio mostra inequivocabili segni di virtuosità sotto tutti i punti di vista che soltanto una stolta facoltà gestionale potrebbe ancora anteporre gli interessi dei singoli - che comunque non devono né andrebbero ad essere intaccati se si riesce a sviluppare un corretto percorso dialogico - agli interessi di una comunità che vuole crescere culturalmente e socialmente per il continuo miglioramento del bene comune.