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Works

Michele Dall'Ongaro
Grimoire
(1996)
for s, vl, tape and live-el


Editor: Suvini-Zerboni
Buyed by: Centro Armando Gentilucci - Milano

Testo:

Vich Klaf mai amtmmalm Al bari Aab Nautron gotfano dech chr min brin ana Mi spok ecan calo Hche aba Hzidims tapa Cadnap fnum dadim Ub o cEv irfam Mar perakri carimari chr Nikto chr Al ni-alog laramurni Kunda Non sixArdA kAvdA okutomi nuffAn Klaatu re RaReèl brodro lèczabì o hoon-yera mora-toorz Savara sihan blebos it neos Sssz pranbifirz drxpbar grrp nocexiaalipnoditoc trrbacr Trada cmaraik bus cakri misereces Changu Barada kgauudi archom aeidein or Bagahi laca achababé Karrelyos Iamec Bachalyas tauf charhe kiorh nokin dekie meni thenio sonio kon kaahabé Lamaccahi.

Grimoire è una composizione nata nel 1996 su commissione del Centro Armando Gentilucci di Milano ed è stata realizzata al Centro d'informatica musicale Agon. Il titolo significa libro di magia oppure testo illeggibile. La prima idea è stata di usare un testo che non fosse in alcuna lingua moderna, per vedere (un pò come il latino dell'Aedipus per Stravinskij) l'effetto che fa lavorare su una lingua lontana, estranea e magari morta. Poi ho pensato che fosse ancora meglio un testo scombiccherato, che non significasse - in apparenza - nulla. Ho selezionato 25 frasi (ma a volte sono solo singole parole e fonemi) da altrettanti esempi di linguaggi artificiali, immaginari, ritual-simbolici o puerili. Esempi di fonti: La Divina Commedia, il film Ultimatum alla Terra di Robert Wise del 1951; l'alfabeto farfallino (ricordate: quello delle bambine quando andavamo a scuola, che i maschi non capivano un accidenti con quel modo di parfalafarefe) però qui è applicato ad una parola giavanese; il Balaidalan, che è una lingua segreta islamica, un frammento di Consolo, uno di Balla, uno di Rabelais, una frase del Capitano Nemo, una parola dal linguaggio dei Monopodi neri, inventati da Kurt Vonnegut, un pezzetto da una poesia di Arp e poi Apolinnaire, Burroughs, Rutebeuf, una lingua artificiale cosmica (veramente ideata) che si chiama aVi e parecchia altra robetta. Poi ho cominciato a mescolare fra loro le parole di tutti questi testi, ottenendo quel Grimoire a cui il titolo fa riferimento. Il risultato è quindi un testo di significanti senza significati o meglio di significanti di cui solo a me (perchè io solo posseggo la chiave di decifrazione) è noto il significato (che, viste le fonti, è molto strutturato e denso e vario). La stessa struttura del testo (che consta di novanta parole) ha suggerito le soluzioni formali: l'uso esclusivo di alcuni dei classici numeri magici: il 3 (il numero della Trinità ma anche dei celebri porcellini, nel pezzo è il numero degli interventi di voce e violino, a loro volta segmentati in 3 sezioni: voce, violino, violino + voce variamente ordinati), 6 (l'Hexameron biblico, il numero della Creazione, per noi il numero delle sezioni in cui è stato diviso il pezzo e quindi il numero complessivo delle volte in cu appare la voce sola e, per analogia, il violio solo, o la coppia violino + voce), 12 (il numero delle divisioni spazio-temporali: il prodotto dei quattro punti cardinali per i tre piani del mondo, qui il numero delle sezioni di cui è composto il brano) e intrecci di altri parmetri che si potranno verificare anche sul campo (per esempio la spazializzzione).