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Luigi Nono, l'Università di Padova salva dal degrado 220 registrazioni inedite

Padova 8.7.2015 (Alice Cavicchioli) - A 25 anni dalla morte di Luigi Nono, l’omonimo archivio dedicato al compositore veneziano ha affidato al Centro di Sonologia Computazionale (CSC) dell’Università di Padova il delicato compito di conservare e restaurare i suoi documenti sonori: 220 nastri in copia unica ad alto rischio di degrado. “Si tratta non solo di documenti che testimoniano le varie fasi compositive della sua musica elettronica – ci dice Claudia Vincis, direttore dell’Archivio Luigi Nono – ma anche di interviste inedite e prime esecuzioni assolute”.

Il CSC digitalizzerà questo materiale nell’ambito di un progetto che ha permesso di attivare cinque assegni di ricerca e che richiederà l’intervento di svariate competenze. “Si parte dallo studio del supporto analogico che richiede anche conoscenze chimiche per capirne le corrutele (i deterioramenti, ndr), i difetti e come trattarli – spiega Sergio Canazza, coordinatore del progetto di ricerca sul restauro dei nastri magnetici al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’ateneo patavino. “Inoltre – continua Canazza – è importante capire il formato del nastro e come leggerlo correttamente in modo da non rovinarlo mentre lo si legge. Poi è necessario digitalizzare il materiale in modo corretto, senza perdere informazioni, ma anche conservare i file digitali che soffrono di un’obsolescenza anche maggiore dei documenti analogici, ambiti che richiedono quindi competenze informatiche. Infine si passa agli strumenti software necessari all’utente per fruire tutte queste informazioni. Oltre a questo c’è bisogno una competenza musicologica per capire se tutte queste operazioni vengono fatte bene, cioè coerentemente con la musica registrata”.

Gli esperti del CSC si muoveranno quindi fra passato e futuro senza tralasciare la fruizione di questi materiali da parte degli utenti contemporanei per i quali sono già state create alcune app. Fra queste c’è “I luoghi di Luigi Nono”, si tratta di un’app referenziata geograficamente in modo che l’utente, girando per la città di Venezia, sia “allertato” ogni volta che si avvicina a qualche luogo legato alla figura del compositore con la contestuale possibilità di visualizzare dei video e ascoltare dell’audio.

Altra app realizzata dai ricercatori padovani è “Remind” che fa parte di una serie di app utili a simulare un grammofono o un magnetofono permettendo all’utente di recuperare l’esperienza d’ascolto originale e regolare i controlli che aveva con questi strumenti di cui ormai si è perso l’utilizzo. Spesso le opere musicali sono state pensate proprio per essere fruite con questi strumenti e per questo è così importante recuperarli”.

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