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Intervento di Gisella Belgeri - Firenze 23 novembre 2012

Tavola Rotonda "Piero Farulli e l'eticità della musica"

Gentili amici, vi relaziono sulla giornata di incontro in omaggio a Piero Farulli, svoltasi il 23 u.s. a Firenze, che ha visto la presenza di oltre 2000 persone, tutte, per un modo e per l’altro, legate da riconoscenza e ammirazione per questo straordinario personaggio della vita musicale italiana.
Otto ore di musica con tutti coloro che hanno così voluto ricordarlo, con i brani più amati, con brevi interventi discorsivi, intensi e incisivi che hanno tracciato un percorso della vita, della personalità, della filosofia che ha orientato il suo amore per la musica e per i giovani. Grande lottatore, come noto, non ha perso mai occasione per far riflettere la politica sulla necessità di dotare tutti di una buona conoscenza musicale, a tutti i livelli, non solo per il grande perfezionamento professionale dove è riuscito ad attrarre intorno alla vicenda fiesolana i più grandi interpreti e musicisti attivi nel ‘900.
Personalmente ho rammentato gli anni in cui ero al fianco di Piero e di Adriana alla Torraccia di Fiesole, dal 1998 al 2001, e l’ho fatto leggendo al pubblico un foglio di appunti che avevo preso con lui allo scopo di spingere i molti decisori politici a considerare i risultati della realtà realizzata a Fiesole prevedendo la necessità di un cambio di rotta per la musica, nel nostro paese. L’ abbiamo stilato nel 2000, l’ho ritrovato per caso, in mezzo ad una miriade di fogli buttati giù a mano, via via che si ponevano dei problemi (che certo non son mai mancati). Ve lo sottopongo; fa impressione, sembra non sia ancora cambiato nulla. Ciò che sta scritto, in questo momento credo rappresenti una buona base per ottenere la discontinuità, le competenze e per una nuova e più moderna filosofia del far musica; e con questo si può dire che Piero rimane costantemente della partita, mostrando la forza e l’energia di sempre.
Grazie per l’attenzione, con vivissima cordialità
Gisella Belgeri 

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Appunti di gisella belgeri con piero farulli
anno 2000, la Torraccia Fiesole
 

TEMI
- Il problema dell’approccio alla musica e di come coltivarla
- La musica come tradizione, come arte, come stimolo creativo
- e pertanto, la musica come elemento primario nella vita civile e sociale.
- quindi dotare tutti giovani e meno giovani delle chiavi di accesso al “far” musica, all’ascoltare la musica, al rivedere la storia delle arti e del pensiero inserendovi l’evoluzione musicale del nostro paese, dell’Europa e infine degli altri continenti.

- Scelte “di genere”

- guardiamo in faccia la realtà: non esiste una sola musica così come non esiste il pensiero unico. La profondità di un concetto, seppure utilizza le stesse lettere dell’alfabeto o le stesse note musicali, si differenzia dal linguaggio del quotidiano, per quanto nobile possa essere nei suoi intendimenti.

- Occorre occuparsi con serietà del “bene culturale”, quello che resiste nel tempo, come una statua o un monumento, e riconoscere alla musica certi capisaldi che vanno tutelati, salvati e valorizzati.

- questi assunti richiedono precise decisioni che investono le attività formative innanzitutto ma anche quelle produttive, distributive sia di propagazione diretta (territorio) che mediata (mass-media, audiovisuali, tecnologie ecc.)

- la Musica come bene culturale

Episodio su cui riflettere: ad un certo punto sono state chiuse molte classi di fagotto nei Conservatori, per mancanza di iscritti bastevoli, ergo dopo alcuni anni importeremo fagottisti. E in ogni caso non avremo neppure nulla da “esportare”. Ecco, bisogna convincersi che il fagotto è un bene culturale, e non una questione su cui fare spallucce. Non si tratta di sostituire un tecnico idraulico con un robot.
Dietro al fagotto c’è il repertorio cameristico e sinfonico di tutto il secolo scorso e del nostro, con veri e propri monumenti che soffriranno, nella loro riproduzione futura, di questa ridicola situazione. Le case cascano perché qualcuno tira via qualche colonna interna, o perché comunque non si ha cura di vigilare sul suo stato di salute. Le culture fanno lo stesso, e con il loro tonfo si portano via anche i concetti di civiltà che sanno esprimere.
Il dilemma non è quello di difendere o attaccare la scuola pubblica o le esperienze private, non è quello di stabilire per legge o simili che tutte le musiche sono uguali, non è neppure quello di decretare che il continuatore di Respighi nella storia di Roma sia Baglioni (v. cd di Repubblica, anno 2000!) passando nel dimenticatoio Petrassi, Clementi, Guaccero o Battistelli, per non parlare dei secoli passati con Palestrina o l'immensa propagazione ovunque del barocco musicale romano ecc. ecc., ; tutto questo è un falso problema, serve più che altro a creare le basi per il gossip. Scoop tanto cari ai proprietari dei giornali e ai manovratori dei mass-media degli ultimi anni, a continuare – questo si – la tradizione del duello. Uno dei passatempi più cari agli italiani. E quindi accontentiamoli perbacco! Bartali/Coppi o Guelfi/Ghibellini o Scuola di Fiesole/Conservatori o Tebaldi/Callas o Abbado/Muti. C’è posto per tutti, se si riesce a fomentare questo gioco. E specialmente si ottiene di lasciar così trascorrere il tempo senza affrontare alla base il problema.
Non permettiamolo più, lottiamo per i contenuti, non per le scatole di imballo!
Cerchiamo pertanto di individuare e raggiungere degli obiettivi.
Dice Farulli "Ho visto con piacere, con molta gratitudine anche, che molte delle richieste avanzate dai nostri musicisti, a Fiesole e non solo, sono state fatte proprie nelle attuali disposizioni governative sul tappeto ma, per carità, tutto questo può essere giocato bene, così-così e anche molto male.
Non ci si improvvisa docenti, e neppure numi tutelari dei giovani, e neanche in organizzatori di cultura consapevoli o in direttori artistici. Gli obiettivi - quelli basati sui contenuti - vanno perseguiti e devono esser costantemente monitorati nella loro valenza “culturale e formativa”, nel concreto insomma.
Le nuove disposizioni prevedono sostegni alle orchestre giovanili. Ma facciamo un’analisi: quale obiettivo? E con quali mezzi? E che cos’è una orchestra giovanile? Abbiamo strumenti per non confondersi, per non interpretare con questa dicitura, e legittimare quindi, una produzione sotto pagata che in definitiva offre molto poco ai giovani musicisti e li mette in una sorta di lista d’attesa senza futuro? Mi auguro che gli intendimenti siano chiari ed efficaci.
Ma ora vi dico che cos’è una orchestra giovanile come l’ho voluta creare a Fiesole, che sta sempre sull’orlo del “ci sarà un domani?” e mi chiedo se e’ arrivato finalmente il momento di dire se questo domani è una realtà perché se ne condividono i motivi."

- Obiettivi da conseguire, a livello politico e delle competenze

1) primo obiettivo, dare ai giovani musicisti tutto il supporto formativo per l’entrata nella professione del suonare insieme, nelle due sfaccettature: orchestra e cameristica; in un lasso di tempo che va da 1 a 3 anni, riuscire a farli entrare in questa carriera tirando fuori tutte le loro potenzialità e armandoli di tutti i segreti del mestiere. Sono ore e ore di lezione, di prove, di scambi in formazioni diverse, di dibattiti e affinamento delle personalità.
2) secondo passo, formare la coscienza del proprio lavoro a servizio della società.
3) terzo passo rivolto a stabilire le connessioni con il mondo del lavoro, a livello nazionale ed internazionale, per un reale inserimento. (n.b. di Farulli = preparate la valigia)
4) quarto passo: inserire il musicista nelle occasioni di crescita e di lavoro all’interno del paese, a servizio di Enti locali, territoriali e istituzioni culturali e sociali.
5) ulteriore obiettivo: tramandare a livello creativo la pratica musicale al pubblico, ai dilettanti, alle persone che vogliono vivere in modo più completo l'ascolto e la pratica musicale, e non ne trovano il modo se non ai livelli più elementari e disordinati.

"A Fiesole la musica è un pezzo importante del viver civile. E si vive meglio.
Con maggior senso di responsabilità, di disciplina, di gioia comune, di solidarietà. Nei lunghi anni fiesolani non so neppur citare il numero di conferme che mi sono giunte a questo riguardo.
Perché questa ricetta deve avere nemici? E chi si spaventa dei risultati di una teoria che apre le porte ai tanti tesori dell’animo?
Fiesole non merita, dopo 25 anni, di essere sconfitta. Avanti quindi con tutti coloro che ci credono."



Fiesole, novembre 2000